Per riconoscere una buona bottiglia di vino ci sono alcuni dettagli da considerare in modo da non sbagliare e scegliere quella che faccia al caso nostro.
Ecco una piccola guida su come apprezzare una bottiglia di vino e capirne le caratteristiche da abbinare ad ogni situazione.
Le caratteristiche di una buona bottiglia di vino
Ci sono alcuni elementi che possono essere utili per riconoscere una bottiglia di vino buono a un primo esame, senza necessariamente il bisogno di assaggiarne il contenuto. Molto utile se vogliamo fare bella figura e portare un regalo a cena da amici o per noi stessi.
Colore e limpidezza del vino
Prima di passare alla lettura dell’etichetta della bottiglia, possiamo riconoscere la qualità del vino già solo osservando la limpidezza e il colore: se presenta non presenta alcun tipo di sfumature solitamente si parla di un vino che è stato sottoposto ad un’eccessiva ossidazione.
Il vino non dovrebbe presentare depositi di sedimenti sul fondo. Inoltre, anche la concavità della bottiglia gioca un ruolo fondamentale nel riconoscere la qualità di un vino. Infatti, un vino pregiato, o comunque di qualità, presenta un fondo concavo e non piatto: questo perché permette ai residui del vino di depositarsi sul fondo ed evitare così di bere qualcosa di contaminato e fastidioso al palato.
Oltre al fondo della bottiglia, anche la forma del collo gioca un ruolo importante: spesso la lunghezza è sinonimo di qualità.
Passando alla lettura dell’etichetta, questa presenta tutte le indicazioni riguardanti il vino e le sue principali caratteristiche.
In particolare, possiamo trovare scritto l’annata, la denominazione, la categoria, il grado alcoolico e gli allergeni,
Non tutti sono obbligatori: tra quelli elencati, l’annata deve essere indicata solo per quei vini a denominazione DOP (denominazione di origine protetta). Le sigle DOP e DOC (denominazione di origine controllata) sono indicate per garantire la provenienza del vino, mentre la categoria è obbligatoria solo per i vini che sono privi di indicazione d’origine.
Il grado alcoolico non è sinonimo di qualità, ma permette di capire quando alcool è presente in 100 ml di vino in bottiglia.
Infine, gli allergeni e i solfiti che devono essere indicati sull’etichetta.
Millesimato, Riserva, Classico, Superiore e Vigna
Sempre in riferimento all’etichetta, un vino si suddivide in Millesimato, Riserva, Classico e Superiore.
Il Millesimato è prodotto grazie alla spremitura di uve proveniente da una sola annata, generando così un vino spumante. La sua caratteristica principale è quella di avere minimo l’85% delle uve dell’anno del millesimo.
Il vino Riserva, invece, è un vino che è stato tenuto in conservazione per 12 mesi in più rispetto alla normale fermentazione: l’invecchiamento dei vini rossi diventa quindi di 2 anni, mentre quello bianco di almeno 1 anno.
Con il termine Classico ci si riferisce ad un vino che è stato prodotto con uve provenienti dalla zona più antica vocata di una denominazione questa è la frase corretta.
Infine, il vino Superiore, si definisce tale quando vengono utilizzate uve pregiate e presenta un grado alcoolico superiore (0,5% in più) rispetto al normale.
Il termine Vigna fa riferimento al vigneto più votato della denominazione: ne è permesso l’utilizzo solo per vini DOC e DOCG.
Se cerchi dei vini di qualità che possano accompagnarti durante i tuoi pranzi o le cene affidati solo ad attività che possano consigliare l’abbinamento migliore al tuo piatto o il vino ideale per il tuo evento.